Ascolto e cura

15 Gen 2018 | Psicologia, Psicologo Torino, Psicologo Volvera

Lo psicodramma rompe molte regole, e questo è uno dei molti motivi per cui ne sono innamorata. Durante una sessione, ci sono momenti, come nello sharing, o durante alcuni giochi, in cui si sovverte una delle abitudini quotidiane più scontata, quella dei turni di parola. Gianni Boria parla di relazioni interdipendenti contro relazioni intersoggettive, ovvero la possibilità di esprimersi secondo la propria verità soggettiva, in clima di non giudizio, contro il botta e risposta delle conversazioni abituali.

Chi partecipa per la prima volta ad una sessione di psicodramma, rimane molto colpito da questa modalità comunicativa: quando io parlo, gli altri membri del gruppo ascoltano. Non ci sono interruzioni, posso esprimere la mia cosiddetta verità soggettiva, ovvero posso dire ciò che penso e provo. Chi ascolta, riveste un ruolo attivo: non potendo rispondere o dare consigli, entra in contatto profondo con ciò che chi parla racconta. Sembra banale, ma ci capita di ascoltare e basta?

Sia nei gruppi di psicodramma, sia nella psicoterapia individuale, l’ascolto è uno dei primi fattori di cura. Essere ascoltati è un’esperienza poco comune. Più frequentemente, quando parliamo, anche di fronte all’ascoltatore più attento, veniamo interrotti da domande, consigli, approvazioni o disapprovazioni. Spesso, quando si sperimenta questa comunicazione per la prima volta, si rimane colpiti dall’effetto emotivo provato nell’essere ascoltati, forse proprio a causa della rarità di questo evento.

Se l’esperienza dell’ascolto è importante per chiunque di noi, a maggior ragione lo è in terapia. Nella stanza dello psicologo si trova un posto sicuro dove depositare le proprie sofferenze e le proprie difficoltà, certi che si può venire ascoltati senza giudizio. Luigi Cancrini, psichiatra e psicoterapeuta che lavora da anni con bambini maltrattati, ha scritto un bellissimo libro, che contiene nel titolo l’importanza di questo concetto: “Ascoltare i bambini”. Se ancora ci fossero dubbi, l’introduzione si apre con questo incipit: “L’ascolto terapeutico dei bambini maltrattati e/o abusati dovrebbe essere insegnato nelle università e praticato nei servizi pubblici”.

Nella relazione terapeutica, ascoltare diventa un sinonimo di accogliere, accettare. Quando lavoro, parlo poco, sento il bisogno di sentire la storia e le emozioni di chi ho davanti. Anche le storie più dolorose hanno bisogno di essere accolte, di avere lo spazio relazionale per poterle accettare. Da qui, e solo da qui, si può partire per il viaggio del cambiamento, con le orecchie e il cuore in ascolto.

Bibliografia:

  • Boria, G, Psicoterapia Psicodrammatica, 2005, Franco Angeli Editore;
  • Cancrini, L., Ascoltare i bambini, 2017, Raffaello Cortina Editore.

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