Dimmi cosa devo fare!!

31 Mar 2020 | Psicologia, Psicologo Torino, Psicologo Volvera

Ogni giorno ci arrabbiamo perché qualcuno ci dice cosa dobbiamo fare: che siano amici, parenti, vicini di casa, c’è sempre qualcuno pronto a dare un consiglio non richiesto. Cosa succede dentro di noi in quei momenti? Ci sentiamo invasi, non capiti e, per la maggior parte, le risposte che vorremmo dare sono del genere: “cosa ne sai tu?”, “facile dirlo per te”.

Parlo al plurale perché so che si tratta di un’esperienza che proviamo tutti. Alle volte, invece, siamo proprio noi a metterci dalla parte di chi consiglia senza ascoltare (è scomodo da pensare, ma è bene ricordarci che non siamo sempre nel giusto).

Poi c’è una situazione, che, pensando a quello che ho scritto prima, suona quasi paradossale: ovvero quando si chiede a gran voce “dimmi cosa devo fare” e la risposta, invece è “non posso dirtelo”. Mi riferisco ad un caso particolare, ovvero al rapporto tra psicologo e paziente. Da questo momento scriverò in prima persona, parlando dal mio punto di vista, quello di una psicologa, che si trova a dover dare quelle risposte che sembrano giramenti di frittata (quelle che ci hanno resi tanto famosi nei film).

Per andare al punto: perché uno psicologo non dà consigli? Ci sono più risposte a questa domanda, vediamole:

Non sono vostra zia

Con tutto il rispetto per vostra zia, ma vi ricordate cosa dicevamo all’inizio? Quando parlavamo di amici e parenti che ci dicono che dovremmo fare una cosa o un’altra. Ecco, non sono vostra zia o la vostra migliore amica, sono una professionista che non vi offre un pacchetto di soluzioni basate sulle mie opinioni e modi di vivere. L’aiuto che posso darvi è nel farvi trovare soluzioni, non nel darvele già fatte, perché le mie soluzioni possono non andare bene per voi.

Riconoscimento

Uso questo termine per dire che vedo, riconosco e rispetto la persona che ho di fronte, un essere umano con una storia, un modo di pensare e vivere unico, magari simile a me, magari molto diverso. Qualsiasi caso sia, io non posso permettermi di dare un consiglio, vorrebbe dire sostituirmi nelle scelte di chi ho di fronte, smettendo quindi di riconoscerla come persona. Mi sembra una cosa gravissima da fare. Il Codice Deontologico lo dice meglio di me:

lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza, all’autodeterminazione ed all’autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall’imporre il suo sistema di valori

Mi fido

Mi fido delle capacità di ogni singolo paziente di raggiungere gli obiettivi che si è posto. Se non lo facessi, non arriveremmo da nessuna parte. Spesso, quando mi viene chiesto un consiglio, la domanda è tra lo scegliere una cosa o il suo contrario e, di solito, nessuna delle due è una valida opzione. Si lavora assieme e ad un certo punto la situazione di sblocca: non avete scelto l’opzione uno o l’opzione due, avete trovato una terza o una quarta possibilità, che corrisponde a ciò di cui avevate bisogno.

No pain no gain

Certo, è molto faticoso, richiede anche più tempo rispetto a mettere in atto un qualcosa detto da altri. Ma è risaputo che si apprende in modo profondo e durevole attraverso l’esperienza. Fare esperienza, magari attraverso errori, è stancante, richiede impegno e sudore, ma ripaga. Eseguire ciò che ci dice qualcun altro potrebbe sembrare più facile, ma se poi non funziona? Se non ci troviamo bene in quel consiglio?

Ma funziona se non mi dici cosa fare?

Sì, un percorso di sostegno o di psicoterapia funzionano se non ti dò consigli, anzi, funzionano proprio perché non ti dò consigli. Funzionano perché ti metti al centro della tua vita, trovando da lì soluzioni e risorse per affrontare le difficoltà: le tue scelte allora, saranno come un abito sartoriale, cucite ad hoc sulle tue misure, comode e tagliate su di te, persona unica e non replicabile.

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