Non hai tutti i torti ma nemmeno tutte le ragioni
Uno psicologo costa, così come costa l’assicurazione della macchina, fare la spesa, andare al cinema e un sacco di altre cose. Forse intendevi “costa tanto”? Puoi aver ragione, ma anche no, vediamo perché: prima di tutto stiamo evidentemente considerando il lavoro di uno psicologo in libera professione. Facciamo allora un passo indietro, al momento in cui sei quasi tentato di chiamare uno psicologo, ma poi pensi che forse non te lo puoi permettere. Prima di metterci a fare i conti, si aprono due strade: lo psicologo che lavora come libero professionista e lo psicologo che lavora nelle Asl.
Credo che tutti quanti abbiamo ben chiaro che paghiamo le tasse (o sbaglio?). Quelle tasse di cui spesso ci lamentiamo, fanno in modo che tutti i cittadini possano usufruire di cure sanitarie. E il benessere psicologico ne è incluso. In tutte le Asl c’è la possibilità di seguire percorsi di sostegno psicologico o di psicoterapia pagando un ticket. Parliamo di costi accessibili, che mi fanno dire che, se parliamo di soldi, e obiettate che lo psicologo costa, non avete pensato al fatto che pagate le tasse anche per questo.
Come funziona? Possono esserci delle differenze tra un servizio e l’altro, in base all’Asl di appartenenza o alla regione. Ad esempio, in alcuni servizi c’è un accesso diretto, ovvero si contatta il servizio di Psicologia e si prenota un appuntamento. In altri casi si chiede una prescrizione al medico di base e si prenota appuntamento tramite CUP, come qualsiasi visita medica.
C’è differenza tra il lavoro di uno psicologo in Asl e uno psicologo libero professionista? Questa è una domanda complessa: se parliamo della prestazione professionale in sé, la mia risposta è no, non ci sono differenze. Ciò che cambia è il contorno al lavoro, che può influire sulla scelta: ad esempio, potrebbero esserci meno possibilità di concordare gli orari di ricevimento, potrebbe esserci una lista di attesa più o meno lunga. Spesso sono proprio questi i motivi che fanno scegliere la strada numero due: lo psicologo libero professionista.
Eh, ma costa
Uno psicologo o uno psicoterapeuta che lavora nel privato costa indubbiamente più di un ticket. Questo perché è un libero professionista: nella sua fattura sono compresi la prestazione, le tasse, i costi che deve sostere (dall’affitto, ai costi di formazione e aggiornamento, alle spese fisse e variabili). Se vi state informando su quanto costa uno psicologo, inoltre, vi sarete accorti di quanto possano essere diverse le tariffe da un professionista ad un altro. Perché? La risposta è molteplice e vediamo come mai.
Negli ultimi anni, le leggi sulla liberalizzazione hanno abolito sia le tariffe minime, sia le tariffe massime, per cui ogni singolo professionista sceglie che tipo di tariffa applicare. Come dicevo, sono molte le voci che confluiscono nel creare il prezzo finale:
- la formazione dello psicologo (ovvero i costi sostenuti per la propria formazione e aggiornamento)
- le spese fisse come affitto, riscaldamento, gestione del sito (anche solo la posizione dello studio da una zona della città ad un’altra, influisce sui costi)
- esperienza: anche se difficile da quantificare, ha un valore che impatta sulla definizione del prezzo
- posizionamento sul mercato: il prezzo delle mie prestazioni darà la possibilità ad alcune persone di poter lavorare con me e ad altre no
Lo so, probabilmente starete pensando che non è giusto, ma dato che stiamo parlando di cose “scomode”, tanto vale parlarne con onestà. Facciamo un esempio: una famiglia di quattro persone, due adulti e due bambini, due stipendi medi di 1200 euro. Se una persona di questa famiglia avesse bisogno di uno psicologo, per un periodo diciamo di sei mesi, probabilmente non potrà permettersi tariffe di 120 € a seduta una volta a settimana. O forse sì, decidendo di risparmiare ed investire tutto sul benessere psicologico.
Vi dice qualcosa “tutto è relativo?”
Vi ricordate la prima volta che avete risparmiato tutte le paghette? O quando avete usato il primo stipendio per comprare quella cosa che avete sempre sognato e non vi siete mai potuti permettere? In quei momenti avete deciso che nulla fosse più importante di quell’obiettivo che rappresentava la felicità. Allora vi chiedo: che valore date al vostro benessere psicologico?
“Dato quello che guadagno dovrei rinunciare a troppe cose”: vero, rinunci per forza a qualcosa ma guadagni in altro, dipende da che prospettiva scegli di guardare le tue uscite. Un percorso psicoterapeutico non è un contratto per la vita, è un periodo di tempo in cui scegli di occuparti principalmente di come stai. Si può quindi ragionare sul mettere da parte una somma per occuparsi di sè, oppure pensare che per un periodo, una parte dello stipendio sarà destinata a quello.
A questo punto dovremmo essere tutti con il portafoglio aperto e la calcolatrice in mano per un’ultima domanda. Quanto costa in un anno cambiare pettinatura una volta a settimana “perché sono depresso”, fare acquisti stupidi su Amazon o shopping compulsivo “perché così mi tiro su”, bere più del dovuto “così non ci penso”, comprare medicine per dormire? Costa più o meno di una psicoterapia?
Quindi?
Ci sono studi scientifici che la dimostrano la psicoterapia funziona e fa stare bene. Ve lo può confermare anche il vicino di casa che non ha l’Iphone ultimo modello ma si sente bene, certo, non ha valenza statistica, ma forse gli credete di più. Ci sono studi economici che dimostrano che se si investe in psicologia si risparmia in campo medico.
Quindi, se alla fine di questo lungo articolo, ancora dite che vorreste tanto andare da uno psicologo ma costa troppo, fermatevi e pensate se stiamo parlando di soldi o di paura. Lo so, la paura è più brutta, si dice che la “paura fa paura”. Avete ragione. Ma se volete avere un aiuto, chiamate uno psicologo e vi assicuro che potrete parlare sia della paura sia dei soldi. Facciamo un mestiere che ci fa maneggiare argomenti scomodi, paura e soldi non sono forse nella top five degli argomenti difficili?