Forse mi sono decisa, chiamerò uno psicologo. Però è dicembre, tra poco iniziano le vacanze di Natale, magari è meglio iniziare a gennaio. A gennaio è dura ricominciare, ci sono mille cose da fare, non ho molto tempo, sono presa dal rientro a lavoro. A febbraio mi dico che è dura, ma ce la sto facendo, sono indecisa, ci penso domani. Poi arrivano i ponti per Pasqua, 25 aprile, primo maggio, chiamo dopo, non ha senso iniziare ora. Effettivamente anche ora che siamo arrivati a giugno, mi chiedo se ha senso, è estate, ci sono le ferie. Mi sento male come a dicembre, ma non ho trovato il momento giusto per chiamare.
Alla fine, la domanda è: “qual è il momento giusto per chiamare uno psicologo?” La risposta che ormai conoscete bene è: dipende, ora vediamo perché.
Chi lo sa meglio di te?
Dobbiamo considerare la questione da diversi punti di vista, ma per iniziare, partirei dal più importante. Il momento giusto è quando tu senti che hai bisogno di uno psicologo. Sembra un concetto molto semplice, ma in realtà, sappiamo bene che non è così lineare. Non funzioniamo per causa ed effetto: ci sono molte variabili in gioco e, anche se sento di aver bisogno di un aiuto, posso fare giri incredibili prima di prendere in mano il telefono. Pensiamo a quando facciamo un acquisto online: mettiamo nel carrello e compriamo senza battere ciglio? Solitamente no, ma osserviamo, cerchiamo su più siti, mettiamo in wishlist, magari nel carrello, poi aspettiamo. Ci chiediamo se ha senso, se è meglio aspettare, insomma, possiamo arrivare a comprare molto tempo dopo. Se quello che mettiamo in wishlist è il nostro benessere psichico, è chiaro che la motivazione sia molto forte, ma lo sono anche le altre variabili.
Potremmo trovarci tra il bisogno di un aiuto e la paura di farlo. Dentro la paura troviamo mille cose: non sapere a cosa si va incontro, non sapere se ci si troverà bene, se funzionerà, se costerà troppo, e soprattutto, la paura di affrontare ciò che fa star male (se guardi gli articoli precedenti, ne trovi uno per ogni voce). Come minimo, con tutto questo, arrivare a chiedere aiuto diventa simile ad un percorso ad ostacoli.
Come faccio a capire?
In mancanza di una formula matematica, puoi provare a ragionare su alcune cose:
- Ciò per cui vorresti chiedere aiuto ti occupa i pensieri tutti i giorni?
- è qualcosa che non ti permette di affrontare le giornate? (ad esempio parlare con i colleghi, fare una cosa nuova, avere relazioni soddisfacenti, e così via)
- senti di portare avanti in tuoi progetti di vita?
- senti di avere il controllo sulla tua vita?
- di fronte alle difficoltà, senti di riuscire a trovare soluzioni buone per te?
Queste domande non sono dei parametri definitivi per decidere, ma ti possono aiutare a riflettere e ad orientarti. Se c’è una difficoltà interiore che ti occupa i pensieri e rende difficile portare avanti le cose di tutti i giorni, ad esempio, direi che è qualcosa a cui bisogna dare importanza. Potrebbe essere un motivo per consultare un professionista. Lo stesso possiamo dire del senso di controllo che senti di avere sulla tua vita: se qualcosa ti impedisce di portare avanti i tuoi progetti, o a trovare soluzioni, oppure se senti di non avere potere nel prendere decisioni, potresti migliorare la situazione chiamando uno psicologo. Si può dire lo stesso se ti senti sempre triste o agitato, oppure molto confuso, tanto da non riuscire a spiegare di cosa si tratta, ma è qualcosa che influisce sulla vita di tutti i giorni.
Mattina, pomeriggio o sera?
Ci sono diversi punti di vista dicevo: pensare a come ti senti, ovvero ascoltarti e agire in base ai tuoi bisogni, è il più importante abbiamo visto. Pensare invece, al momento migliore pianificando il periodo storico giusto, non è la prospettiva migliore, perché non mette i tuoi bisogni al primo posto. Pensiamola al contrario: ha senso pensare di programmare una chiamata, che potenzialmente farà partire un percorso di sostegno o di terapia, ragionando sul giorno o sul momento in cui farla? Stiamo dando importanza al momento? Certo, dò per scontato che non vogliate chiamare alle tre del mattino per chiedere un appuntamento, ma per il resto, direi che è il momento giusto quando sentite che volete farlo.
Ne ho già parlato, ma è importante poterci tornare su: il bisogno è il vostro, poco importa se arriva a dicembre o a marzo. Se è ciò che vi serve, chiamate e deciderete assieme al professionista se vedervi subito, pianificare dopo le vacanze, o in qualsiasi momento sia necessario per il vostro bene. Pensare al “momento perfetto” dà rilevanza solo al momento e non alla questione principale: il vostro bene.