Ogni dicembre è immancabile l’appuntamento con gli Aristogatti, uno dei cartoni animati più amati da diverse generazioni. Come è noto, Duchessa e i suoi piccoli vivono tra gli agi e l’amore della loro padrona in una bellissima casa parigina. Ma l’invidia del maggiordomo Edgar cambierà ben presto il corso della storia: Duchessa e i suoi gattini si ritrovano abbandonati nelle campagne, senza avere idea di come si possa sopravvivere là fuori, in un mondo pieno di nuove difficoltà ed imprevisti. Ed è a questo punto che compare Romeo, “er mejo der Colosseo”.
Ma chi è Romeo? Prima risposta: un affascinante gattone “sgamato”, esperto della vita oltre che del jazz. Seconda risposta: è l’occasione che si presenta in un momento difficile della vita, una risorsa inaspettata che porta un miglioramento quando tutto sembra perduto. Per questo, gli Aristogatti parlano di serendipità.
Serendipità: s. f. [dall’ingl. serendipity, coniato (1754) dallo scrittore ingl. Horace Walpole che lo trasse dal titolo della fiaba The three princes of Serendip: era questo l’antico nome dell’isola di Ceylon, l’odierno Srī Lanka], letter. – La capacità o fortuna di fare per caso inattese e felici scoperte, spec. in campo scientifico, mentre si sta cercando altro. [Treccani on line]
Non è compito semplice spiegare la serendipità, ma credo che gli Aristogatti lo facciano molto bene. Se ogni anno, come me, tanti adulti e tanti bambini rimangono affascinati da questo cartone, è perché ognuno di noi si identifica in qualche aspetto. La serendipità in questa storia è possibile solo grazie ad una crisi, nel momento in cui Duchessa viene letteralmente gettata nel mondo e si trova da sola ad dover affrontare qualcosa di nuovo e difficile. Proprio qui, ella sa accettare la situazione e l’aiuto di Romeo. Una crisi è un momento di vita che conosciamo tutti. Una crisi ha molte sfaccettature, la prima che ci balza agli occhi è il suo aspetto di difficoltà, a volte di dolore, di rottura con il passato. Duchessa ci fa vedere un altro aspetto della crisi: l’accettare che questa esista. Solo così può avvenire l’incontro con Romeo e solo grazie a lui e agli altri personaggi che questa nuova famiglia incontra per strada, potrà tornare a casa.
Duchessa e i suoi piccoli tornano a casa, Romeo si trasferisce da loro, il cattivo Edgar viene punito, i gatti jazzisti trovano spazio nella Fondazione per gatti randagi, insomma, un lieto fine perfetto. Nella vita non sempre c’è il lieto fine perfetto, ma ciò che gli Aristogatti ci raccontano è che i momenti difficili non sono solo negativi. Sono spesso fasi necessarie per migliorarsi e per ambire alla vita di cui abbiamo bisogno. Quindi grazie Romeo, Duchessa e alla fine grazie Edgar che permette che tutto questo accada, per ricordarci ogni anno che possiamo cogliere nelle crisi anche ciò di cui abbiamo bisogno.
Bibliografia:
- Schützenberger, A. A., “Il piacere di vivere”, 2010, Di Renzo Editore.