Com’è fatto lo psicologo perfetto per te.
Vi ricordate il gioco “Indovina chi”? Spero di sì, perché ci tornerà utile per continuare a parlare di come trovare il giusto psicologo. Dopo aver scritto sul come trovarlo, vorrei proseguire il discorso scrivendo quali caratteristiche debba avere lo psicologo. Possiamo fare come nel gioco, chiederci se porta la barba o gli occhiali, se è maschio o femmina, se ha i capelli bianchi o castani. Oppure possiamo provare a cercare lo psicologo giusto per te, con altri criteri.
Credo che nessuno abbia preferenze su uno psicologo con gli occhiali o senza, ma probabilmente, prima di approcciarsi ad un professionista, c’è chi cerca alcune caratteristiche. Per alcune persone può essere importante che sia maschio o femmina, oppure che appartenga ad uno specifico orientamento teorico. Queste possono essere caratteristiche che orientano nella scelta, in base a preferenze individuali e va benissimo.
Dobbiamo cambiare la domanda
Ma, come dev’essere lo psicologo giusto? Ovviamente non c’è il prototipo di professionista ideale, ma ci sono tante possibilità in base a chi lo sta cercando. Il senso è che bisogna spostare il focus della richiesta su di voi: di cosa avete bisogno? Dobbiamo quindi cambiare la domanda: non più “come deve essere lo psicologo”, ma: “di cosa ho bisogno io?” Potreste aver bisogno di risolvere un conflitto interiore o relazionale che percepite come un problema della vostra vita attuale, o sentite la necessità di conoscervi meglio, o di prendere consapevolmente delle decisioni importanti. Qualsiasi siano le vostre necessità, è da lì che si parte per capire le caratteristiche che deve avere lo psicologo che cercate.
I vostri bisogni sono importanti e vanno maneggiati con cura: non si possono affidare a chiunque. Probabilmente lo sapete già, ma è importante ricordarlo, che uno psicologo è un professionista abilitato che è iscritto ad un Albo. Ci sono un Albo nazionale e quelli regionali, sono consultabili da chiunque online. Se ci cercate lì sopra, ci troverete. Questa è una garanzia per voi, sapete che abbiamo svolto un percorso che ci ha portati all’abilitazione e che seguiamo un Codice Deontologico.
C’è dell’altro
Sulla carta, nonostante le differenze di orientamento teorico, di stile personale, di caratteristiche individuali, siamo tutti uguali. In modi diversi, abbiamo le competenze e le caratteristiche per aiutarvi, non si può dire: “lui sì” o “lui no”. Quello perfetto non esiste. Dobbiamo tenere conto, invece, di come vi sentite nella relazione con lui. Come dicevamo nell’ultimo articolo, ci sono caratteristiche più o meno razionali che influiscono sulla relazione di cura. Alcune motivazioni sono del tutto inconsce e si possono banalmente manifestare con una simpatia o meno ” a pelle” quando incontro uno psicologo. Di questo dobbiamo tenere conto.
La relazione con uno psicologo deve farvi sentire al sicuro e non è cosa da poco. Ripartiamo dai vostri bisogni: non solo è importante poterli affidare a qualcuno di competente, ma dovete sentirvi bene mentre lo fate. La cura avviene attraverso la relazione e questo rende fondamentale sentirsi a casa nella relazione con lo psicologo. Sappiamo bene quanto le relazioni possano essere complicate: anche mettendocela tutta, può capitare che l’incontro tra uno psicologo e un paziente non corrisponda alle caratteristiche che sto descrivendo. Può capitare e si può dire.
Yes, we can
Esatto, si può dire: la relazione terapeutica è proprio quella dove si può dire come ci si sente, sopratutto se ci sono delle criticità. Se non vi sentite capiti o al sicuro, potete dirlo: può essere un’occasione per ritarare la relazione, oppure per chiuderla e trovare uno psicologo che corrisponda al meglio ai vostri bisogni. Non abbiate paura di dire quello che provate: aiuterà voi a cercare la soluzione che desiderate e aiuterà noi a capire come fare meglio.
Sembra strano, ma il primo passo per capire com’è fatto il professionista per te, è concentrarti su come ti senti tu con lui. E poco importa se porta il cappello, ha la barba o gli occhiali.