Dove vanno le anitre in inverno?

21 Dic 2016 | Psicologia, Psicologo Torino, Psicologo Volvera

 

Ci passa mai vicino allo stagno di Central Park? Giù vicino a Central Park South?

Al cosa?

Allo stagno. Quel laghetto, cos’è, che c’è laggiù. Dove ci sono le anitre, sa?

Sì, e allora?

Be’, sa le anitre che ci nuotano dentro? In primavera eccetera, eccetera? Che per caso sa dove vanno di inverno?

 

In queste famose battute con tassista, il giovane Holden si chiede cosa succede d’inverno alle anitre dello stagno di Central Park. Nel libro il tassista non comprende la domanda, si arrabbia e a modo suo cerca di dare una spiegazione. Ma la domanda non è così banale: cosa succede d’inverno? Quando fuori fa freddo e ci viene voglia di stare in casa, di non andare a lavorare e molti di noi sognano di poter andare in letargo per svegliarsi solo in primavera.

In natura l’inverno si manifesta come una stagione in cui tutto sembra immobile: gli alberi sono senza foglie, i campi ospitano i primi germogli di grano, ma sembra che non ci sia sviluppo, che non ci sia vita. Capita a tutti, in alcuni momenti della vita, di sentirsi immobili, senza slanci di vitalità, silenziosi come la neve.

In questo “inverno psichico” spesso le persone non si sentono bene, la mancanza di energia non è una stanchezza, sembra che manchi il guizzo vitale che ci fa immergere nelle attività, nei pensieri, nei sogni. Avete presente il proverbio ogni cosa a suo tempo? Ebbene, i proverbi racchiudono una saggezza archetipica, non sappiamo dire quando sono nati, ma sappiamo che, quelle poche parole racchiudono un significato profondo che, ancora oggi, aiuta ad orientarci nei momenti di empasse.

Ogni cosa a suo tempo quindi: in natura, l’inverno è una stagione fondamentale. Si tratta del momento in cui la terra si riposa e riprende energia: la vita c’è ma non si vede perché non è in superficie, lavora sottoterra, lenta ma instancabile. Anche noi ciclicamente abbiamo bisogno dei nostri “inverni”: momenti in cui la nostra energia psichica ha bisogno di rigenerarsi per poter riprendere tutto il suo vigore creativo. Come scrive Bettelheim, questo ripiegamento su stessi avviene quando “nella persona si svolgono dei processi mentali interiori di tale importanza da lasciarla senza energie per un’azione diretta verso l’esterno”.

Lasciamo quindi che le nostre energie trovino i propri tempi di espressione: se ci pensiamo la Bella Addormentata nel bosco ha dovuto riposare cent’anni prima che si lasciasse svegliare da un principe!!

Bibliografia:

  • Salinger J.D., “Il giovane Holden”, 1961, Giulio Einaudi Editore
  • Bettelheim B., “Il mondo incantato”, 1977, Feltrinelli Editore

 

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