I Depeche Mode e l’inversione di ruolo
Di quanto sia difficile scrivere di psicodramma ne ho già parlato qualche post fa. Ma di quanto questo sia più facile grazie alla musica ne scriverò oggi. L’aiuto mi viene dato dai Depeche Mode e non posso nascondere di esserne molto felice! Torniamo indietro nel tempo: siamo nel 1993 e la storia della musica e di molti di noi viene scossa dall’uscita di Songs of Faith and Devotion. Ogni singolo brano di questo album meriterebbe un articolo, ma oggi voglio dedicare questo spazio a Walking in my shoes. In poche ma importanti parole infatti, questo brano aiuta a capire cosa succede durante un’inversione di ruolo in psicodramma.
L’inversione di ruolo è una delle tecniche fondamentali dello psicodramma, che consiste nel far sì che una persona assuma per un certo tempo il ruolo di un “altro”. Questo “altro” è di solito una persona reale, ma può anche essere la personificazione di un oggetto, di un’idea, di una fantasia, di un simbolo, di una parte di sé [2005, G. Boria]. Non si tratta di fare soltanto “come se”, ma di tentare di “essere” l’altro, incarnando la sua pelle, il suo personaggio, i suoi sentimenti, attitudini fisiche, maniera d’essere [2003, A.A.Schützenberger]. In altre parole: try walking in my shoes.
Now I’m not looking for absolution
Forgiveness for the things I do
But before you come to any conclusions
Try walking in my shoes
Try walking in my shoesYou’ll stumble in my footsteps
Keep the same appointments I kept
If you try walking in my shoes
If you try walking in my shoes
[Depeche Mode]
Sono due i concetti fondamentali espressi da queste parole e che corrispondono a due assunti fondamentali dell’inversione di ruolo: il primo è mettersi nei panni di qualcuno, inteso non come pensare come qualcuno, ma fisicamente prenderne il ruolo, diventare quella persona per un momento. Il secondo è il non giudizio: non si cerca di dire se le azioni dell’altro sono giuste o sbagliate, non si cerca il perdono per le cose fatte, ma si prova a stare nei panni dell’altro. Nel testo i Depeche Mode dicono che forse, se provi a stare nei miei panni, inciamperesti nelle mie orme, manterresti gli stessi appuntamenti che preso. Questo non è detto, ma sicuramente, provare un’inversione di ruolo permette di cogliere elementi dell’altro prima non considerati [2005, G.Boria]. Sicuramente, invece, possiamo condividere il clima di non giudizio che è fondamentale in psicodramma: But before you come to any conclusions, Try walking in my shoes.
Buon ascolto: Depeche Mode Walking in my shoes
Bibliografia:
- Boria G., 2005, “Psicoterapia psicodrammatica”, Franco Angeli;
- Schützenberger A.A., 2003, “Lo Psicodramma”, Di Renzo Editore